Non solo di Santi, Poeti e Navigatori lo Stivale; ma anche Musica e musicisti, contribuiscono storicamente, attualmente e in proiezione, alla sconfinata e fine bellezza artistica dell’Italia. La fortuna delle città simbolo del grande movimento artistico musicale viene confermata da diversi fattori, quali luogo natio di grandi artisti, permanenze, studi e opportunità offerte oltrechè da riconoscimenti di grandi istituzioni internazionali, come ad esempio l’ Unesco.
Da quando la musica ha saldamente preso il posto di una delle tre grandi Arti sorelle la lista dei virtuosi italiani è andata estendendosi per fama e talento, grazie ai vari Verdi, Paganini, Rossini, Donizzetti, Puccini, Enaudi, Mascagni, Salieri e tanti, tanti altri ancora. Le mura cittadine che hanno ben conservato il suono limpido, nuovo e geniale degli artisti italiani sono senza alcun dubbio quelle di Venezia, di Roma, di Napoli, di Parma, di Firenze: città che meritano sicuramente una visita, specie ora che è così facile trovare su internet risorse dedicate alla prenotazione dei biglietti e dei pullman per i concerti.
Discorso più ampio meritano i grandi centri di Bologna e Genova. La prima, nominata nel 2006, città creativa della Musica dall’UNESCO, grazie ad una attenzione, nel corso dei secoli, sempre primaria verso l’arte sonora. Nel 1740 Charles de Brosses definì la città di Bologna, “il gran seminario della musica italiana”, rendendo la città, negli anni tra il XVII e XIX secolo, meta obbligatoria dei più grandi artisti, del calibro di Mozart, Farinelli, Mendelssohn, Listz; come pure di Rossini e Donizetti che scelsero Bologna come dimora fissa e ispiratrice in periodi lunghi della loro vita e carriera.
Grande centro culturale anche Genova, che al pari di Bologna ha sempre tutelato e incoraggiato l’arte della Musica. I frutti del XX secolo, sono ancora tra i più prelibati della contemporanea storia della musica italiana. Genova è una città che andrebbe ringraziata quotidianamente, per aver dato i natali o asilo o ospitalità a grandi artisti, oltre al già citato Paganini, Fabrizio Faber de Andrè, Luigi Tenco, Gino Paoli, Piero Ciampi, Angelo Branduardi.
Dunque, non “città vecchie” come cantava Faber, bensì città storiche, fierezze d’Italia che conservano l’afflato dell’ispirazione da più di 500 anni.